• Pubblicata il
  • Autore: Uilco
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Luna 11 - Palermo Trasgressiva

Il suo compagno non ci sarà per alcuni giorni. Vado a prenderla e mi chiede, con mia meraviglia, di restare in città. Fosse consentito vorrei portarla nuda per strada con i soli tacchi a spillo, tenendola al guinzaglio per poi offrirla ai vari richiedenti, così come è in uso sentire il padrone di un cane all’altro quando incrociandosi si scambiano informazioni sul sesso dei rispettivi animali e se siano o meno in calore, onde evitare, un’imbarazzante accoppiamento.
Con la stessa energia mentale uscivo con lei quella sera, fiutando la sua inappagata eccitazione. Nel breve tratto che ci separava dal bar dove volevo portarla e che sapevo essere frequentato da gente che la conosceva, mi sembrava di cogliere la scia di ormoni effusi da tutti coloro che posavano lo sguardo sul suo flessuoso corpo. Il giubbino, che aveva deciso di indossare per contrastare la brezza lacustre, lasciava in bella evidenza il suo seno facilmente visibile sotto l’abitino di seta che a fatica le copriva il culo. Il tavolino l’ho scelto chiaramente di fronte ad altri due, già occupati da giovani uomini che immediatamente si sono disposti per godere di quanto offerto alla loro vista. Solitamente invio segnali di disponibilità più o meno palesi verso chi si interessa a lei, ma in questa occasione sarebbero stati del tutto inutili, tale era il suo proporsi ai presenti, per cui nessuna meraviglia quando l’ho vista seguita ai bagni da uno di questi che da subito aveva incrociato il suo sguardo. Meravigliato invece lo sono stato nel vederla tornare dopo soli cinque minuti come non fosse accaduto ciò che davo per scontato. Mi racconta tutto e decido sia il caso di organizzare qualcosa. Alla cassa incontro l’improvvisato partner che, un pò confuso, si offre di pagare la nostra consumazione. Scambio due parole e capito il suo interesse e desiderio gli propongo di seguirci a distanza. Non devo girarmi per verificare se ci sia, sento la sua presenza e mi diletto ad allietare la sua visione palpeggiando e scoprendo il culo di Luna. So dove portarla; a breve distanza conoscevo l’accesso ad un cortile semibuio ed è lì che l’ho diretta. Contro il muro, sfilato il giubbino, sollevate le braccia ed alzato il vestito sin sopra il seno era pronta per essere presa. Le sue mani aggrappate al gancio ferma portone, le mie sul suo corpo nudo, la mia lingua nel suo orecchio; ho sempre la sensazione di avere pochi arti a disposizione in queste situazioni, vorrei poterle afferrare contemporaneamente il culo, le tette, le cosce, i capelli, la sua calda fica. Arriva anche l’altro che senza esitare si avventa su di lei con la mia stessa bramosia; lei si lascia girare, spintonare, stringere e penetrare. Anche il suo culo è talmente bagnato da permettere d’essere posseduto con estrema facilità. Ansima ed emette gridolini mentre il corpo, nel suo flettersi, chiede solo d’essere usato. Noi vestiti con il solo cazzo esposto, se non celato nelle sue fessure, lei splendidamente nuda nella penombra del portico, con ancora le braccia appese al gancio. Un’anziana signora sta rientrando, si accende una luce, la signora ci vede e con aria schifata esclama “Sta troia, ma propri chi l’avi de ciavala, casciala fora”. L’idea non mi dispiace, ma non oso tanto e salutato il tipo la porto a casa sorreggendola. E’ stata magnifica. Sicuramente l’hanno riconosciuta e domani molti avranno la conferma di quanto già pensavano di lei. Se questo la porterà a rompere con il suo compagno, forse sarà mia.

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