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  • Autore: MyNameIsPassion
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Questione di Feeling... (2) - Palermo Trasgressiva

… E siamo arrivati in albergo.
Per tutto il tragitto in auto - 15 interminabili minuti di assurda tensione sessuale - lui mi ha accarezzata, carezze che mi hanno rivoltata dentro più di qualsiasi ora di sesso vissuta fino a quel momento. Ha continuato a sussurrarmi che gli appartengo, che sono sua, che sono bellissima.
Beh, io so bene di non esserlo, ho un ego troppo smisurato per mentire a me stessa. Sono una tizia normale, non molto alta, con 4-5 chili più del dovuto. Ho un ventre piccino e tondo che tradisce il mio buongusto a tavola, gambe non troppo lunghe ed un sedere forse un po’ troppo florido. Riconosco un paio di punti di forza: le labbra, carnose e sempre piegate in un broncio involontariamente misterioso ed i seni, pieni e prepotenti, orgogliosi di vincere ancora sulla forza di gravità… E sembrava, infatti, che le sue attenzioni fossero tutte canalizzate sulle mie tette. Le ha coccolate per tutto il tempo, distraendomi spesso dalla guida con palpate più aggressive ed insinuanti.
Non resistevo più, le mie gambe tremavano quando ho dovuto percorrere la strada dal parcheggio alla hall dell’alberghetto.
Non era niente di lussuoso quel posto. Pulito, semplice, un po’ spartano. Per un attimo avrei voluto una location più sontuosa per quell’incontro, ma pensandoci bene avevo tutto. C’eravamo io, lui e la nostra voglia… Cos’altro desiderare?
La camera assegnataci da un receptionist dal sorriso più ammiccante del dovuto, era posta al primo dei tre piani. Stanza n. 12.
Ha girato la chiave nella serratura con mano tremante ed appena dentro mi ha sbattuta al muro, baciandomi ed alzandomi il golfino per prendermi i capezzoli tra le labbra. Ho sentito che tirava ed addentava, non riuscendo a trattenere i gemiti. Le sue intenzioni erano chiare: voleva farmi sua e voleva farmi male.
Bloccata con le mani sulla testa e mi ha schiaffeggiato i seni con prepotenza, succhiandomi le labbra e mordendomi forte. Quante volte avevamo sognato questa scena…
Mi ha mollata all’improvviso, accomodandosi su una poltrona di tessuto marrone a righe più chiare. Io sono rimasta ferma, immobile come se mi avessero fatto una lobotomia.
“Spogliati!” mi ha detto “Ma fallo piano, ho tutto il tempo del mondo per scoparti.”
Ed io ho eseguito. Non avrei potuto fare altrimenti neanche volendo.
Ho sfilato il golfino e lentamente abbassato i jeans tanto stretti che a fatica mi hanno liberato i glutei... Una scarpa, poi l’altra. Ero in intimo. Cogliendo la sua approvazione nello sguardo e mi sono fatta audace. “Ti piace?” gli ho chiesto “L’ho comprato per te. Se mi scoperai come devi, te lo lascerò come souvenir”
Mi sono avvicinata a lui, arrampicandomi sulla poltrona fino ad arrivare a parargli il mio bacino davanti al viso. Lui mi ha annusata, il mio odore era forte ed aspro, mi ha leccata senza togliermi gli slip. Il suo dito medio correva lungo i bordi… Senza dire una parola me lo ha infilato fino in fondo. Nessuna difficoltà, ero così bagnata che scivolava velocemente. Lui lo sapeva e ne ha aggiunto un altro e poi un altro ancora. Io ero aggrappata alla meglio, in equilibrio precario piantata su quelle dita che tante volte ho guardato mentre gli procuravano piacere. Me le ha fa assaggiare e credo di non aver assaporato mai nulla di così buono. L’ho baciato con ardore e poi portato a letto. Ha preso a succhiarmela senza sosta e senza pietà. Mi sembrava volesse staccarmi il clitoride.
Si è spogliato in fretta e me lo ha ficcato in bocca, senza smettere di leccarmi. Ma solo due minuti. “E’ il tuo orgasmo” ha affermato sorridendo “Te lo meriti tutto… Godimi in bocca”. E così è stato. Sono esplosa in un piacere frenetico, liberatorio, ricco. Ho stentato a riconoscere la mia voce mentre lo incitavo a farmi godere di più.
Avevo uno strano formicolio in testa, tipico di quando prendi una brutta botta.
Non ho avuto tempo di riprendermi. Lui era al mio orecchio “Quanto godi bene, troia. Sei meravigliosa! Sei mia!”. Due secondi ed ero a pancia in giù, il suo cazzo voglioso piantato dentro che mi frugava con forza nella figa.
Un fiotto di oscenità si è riversato dalle mie labbra quando lui, prendendomi per i capelli, mi ha minacciato di sfondarmi.
Lo sentivo, era lì e me lo dava tutto, senza risparmiarsi. I testicoli mi sbattevano violentemente contro, in una danza scomposta. Avrei potuto godere decine e decine di volte, ma lui mi chiedeva di trattenermi.
Ero stupita della sua resistenza. Eravamo lì da quasi un’ora ed era riuscito sapientemente a controllarsi. Io, di contro, avevo i crampi all’addome, sentivo un godurioso dolore ogni volta che mi affondava con violenza e stentavo a contenere due grossi lacrimoni che volevano colarmi dagli occhi per lo sforzo di prenderlo tutto.
Ma lo sentivo, sentivo che si contraeva e che stava per scoppiare. L’ho fermato, voltandomi di scatto, l’ho lasciato a cazzo in aria mentre gli spalancavo le cosce davanti ed iniziavo a toccarmi. L’ho schiaffeggiato e scalciato ogni volta che ha provato a mettere mano alla sua cappella ormai sontuosamente violacea. Sono venuta così, passandomi i miei umori dalla figa alle tette e poi alla bocca. Ho lasciato che mi ammirasse, come ogni santo giorno da quando lo conosco.
“Bastarda!” sorrideva. Ed io “Voglio dartelo”
“Cosa?” fingendo di non capire
“Lo sai”. E lui “Dimmelo! Implorami!”.
Non mi sono mai sentita tanto donna come quando supplichevole gli ho sussurrato “Inculami, Francesco! Inculami, ti prego!”
I minuti successivi sono stati frenetici: mi sono ritrovata a pecorina, col viso schiacciato sulle lenzuola. La sua lingua mi leccava il buchino stretto e pulsante… Uno spunto e poi un dolore maestoso. Un fuoco mi ha squartato le viscere. Il suo uccello duro mi apriva senza troppi complimenti… Mille volte gli avevo detto scherzando che il suo cazzo non era adatto a tale pratica, perché troppo grosso… Eppure ero lì a farmi uccidere di piacere. Interminabili minuti culminati con un “Vienimi dentro”… E le sue grida si sono fuse con le mie.
Accasciati, stremati ed appagati, ci siamo sistemati sotto le coperte.
Sentivo i suoi umori colarmi da ogni dove… Istintivamente ho preso a masturbarlo.
“Ehi, ho superato i 40” mi ha detto ridendo sonoramente.
“Lascia fare a me” gli ho risposto ammiccante “io ne ho solo 30”.

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27/03/2013 13:39

Stellina

notevole la resistenza di lui..

27/03/2013 13:23

Stellina

Bella la scena del muro, mentre ti alzava il golfino e ti mordicchiava i capezzoli. Forte anche quella del bacino davanti al suo viso, mentre lui era seduto sulla poltrona..

11/04/2013 09:35

Francé

Stellina ricalchiamo la storia dei nostri eroi?...vediam se riusciam a fare meglio..:) contattami magari gli facciam concorrenza ..civic.14@hotmail.it

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